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Il gusto per la citazione è ricorrente in moltissimi musicisti. tra questi c’è anche Guido Mazzon, di cui basti ricordare in lavoro in duo con Alberto Mandarini, nel quale comparivano schegge di storia della musica (Il clavicembalo ben temperato). Un tema melodico ricorrente in questa nuova produzione, coadiuvato dall’altro ‘instabile’ Umberto Petrin, dal francese Michel Godard e dalla bella voce di Maria Elena Moro, è quello dell’incipit dell’Internazionale, privato dell’iniziale salto di quarta e mascherato attraverso delle variazioni.
Questo compare nell’iniziale The Solitary Bird, ripreso da tromba e voce sopra un bell’ostinato di pianoforte e tuba, nel successivo Theme de …., variato e sviluppato, ma sempre riconoscibilissimo. La melodia lirica di And Now the Sun, sembra scaturire proprio dalla stessa frase, essendone ripresa la cadenza perfetta eseguita dal pianoforte. Dal profano al sacro si arriva a Carpe Diem, la cui melodia principale è basata sul tema del Dies Irae, ma verso la fine ritorna qualcosa che ci ricorda quel tema ricorrente, che si impone appunto in Variazioni sul tema, nel quale il piano di Petrin trova buoni slanci solistici. In If, brano che ci riporta ad una forma quasi di canzone, la ritmica della tuba e del pianoforte sostengono la semplice linea vocale del canto. In Et Voilà prevale una certo ottimismo sulle divertite variazioni di filastrocche popolari.
Si chiude con Squirrel song, malinconicamente, quasi una chiusura in se stessi dopo tante promesse combattive. Un disco comunque che tocca, coinvolge, concreto anche nelle sue sbavature, a dimostrazione che si può ancora fare buona musica lasciando ampio spazio all’improvvisazione jazzistica, lavorando sui pattern e preservando un certo gusto ritmico e melodico. La chiave di lettura di questo lavoro di Mazzon sta in una sua frase che più che un paradosso è un chiasmo che rappresenta l’anima ambigua del jazz di questi anni: “Amo comporre musica improvvisata ed improvvisare musica composta.”
1998 © altremusiche.it
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