3/4 Had Eliminated: “Oblivion”

Michele Coralli
3/4 Had Eliminated “Oblivion” (CD Die Schachtel, DSZ 11, 2010)

Modernizziamolo in glitcht, rispolveriamo l’antico Kosmische Kuriere, tiriamo in ballo l’ambient planetario (o meglio aeroportuale) di Eno l’imbianchino, immaginiamo sinestesicamente un bianco e nero d’annata come quello dello storico Alice in den Städten (ancora Germania), tiriamo in ballo tutte le esperienze psichedeliche e/o meditative legate al rullaggio e decollo della drones music ed eccoci immersi nel suono di questo Oblivion, gigantesco mare sonoro che emula e rappresenta un percorso che muove verso la perdita di ricordo, di struttura, di senso, in un candido e ovattato ripetersi di gesti.

Oggi “il nuovo” e già un buon ripetere “il vecchio” senza forzature. E ll quartetto formato da Stefano Pilia, Claudio Rocchetti, Valerio Tricoli e Tony Arrabito ha la forza sufficiente per non smarrirsi in una sterile esibizione neo-avanguardistica, che oggi significa soprattutto tecnocrazia del sequancer e della digitalizzazione del rottame rumoristico detratto all’universo del nostro paesaggio sonoro. ¾ Had Eliminated sono soprattutto un gruppo rock, se per questo intendiamo una musica di strutture facilmente riconoscibili, di messaggi sonori ad immediata assimilazione, di forme che ricordano la carcassa di una canzone post-post-post-rock che pesca anche dalla migliore new wave primi anni ’80, specie nei tratti percussivi come quelli di una rarefattisima batteria i cui tamburi fanno la loro comparsa a partire dal minuto 14, evocandoci il respiro ritmico dell’ex Japan Steve Jensen. Il linguaggio per lunghe pennellate monocrome italianizza il tratto ripetitivo di un espressionismo astratto dalla strada feconda, ma se l’idioma non fosse stato l’omologante verbo anglosassone avremmo potuto salutare il lavoro come il più significativo tra quelli che la nuova scena “neo-cosmica” ci ha proposto finora.

2010 © altremusiche.it

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*