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Cosa Brava è il progetto collettivo più recente di Fred Frith e segna un ritorno – da parte del professore del Mills College di Oakland – al mondo del rock, quell’elemento creativo certamente più consono a una delle menti più effervescenti della scena out anglosassone degli ultimi quarant’anni. Nel nuovo ensemble, qui alla sua seconda uscita discografica, alle forze nuove come la violinista Carla Kihlstedt, il bassista Shahzad Ismaily e il batterista Matthias Bossi, si vanno ad aggiungere elementi della vecchia guardia come Zeena Parkins, già al fianco di Frith ai tempi di Skeleton Crew e oggi anche suo collega in università. Lei è arpista e più in generale multistrumentista, ma qui la vediamo curiosamente impegnata “soltanto” su fisarmonica, tastiere, oggetti vari e voce.
Rigore nell’approccio sulla pagina scritta, trame definite in estremo dettaglio, ampio raggio di stili e generi coinvolti, consueta leggerezza, per non dire ironia, che è un vero marchio di fabbrica, ma soprattutto grande mestiere nel cucire assieme stracci di balcanismo perduto, arzigogoli cameristici e follie danzanti varie. Un ricchissimo zibaldone di orientamenti e condotte sempre affascinante e mai gratuito, anche se talvolta una musica sfaccettata come quella di Frith può mostrare il fianco all’eccesso massimalistico/dada.
Se da parte di chi insegna composizione non ci si può attendere scarsi profili linguistici, non è detto che un oggetto perfettamente costruito (anche con la giusta dose di humour) sia per forza un oggetto perfetto. E se dobbiamo trovare un limite questo sta probabilmente nell’inflazione di scarti stilistici che anestetizza la capacità di farsi sorprendere da qualcosa di inaspettato. Ma questo vale ovviamente per chi ascolta Frith da tanto tempo. Per tutti gli altri invece c’è tutto un mondo creativamente gioioso da scoprire.
2012 © altremusiche.it
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