Mauricio Kagel: “Solowerke für Akkordeon und Klavier”

Michele Coralli
Mauricio Kagel: “Solowerke für Akkordeon und Klavier” (Winter & Winter, 910035-2, 1998)

Questa raccolta di composizioni soliste per pianoforte e fisarmonica presenta un Kagel meno materico rispetto a quei numerosi esperimenti anche provocatori che hanno suggerito, nel corso degli ultimi trent’anni, l’accostamento del suo nome a quello di un altro grande spirito libero di questo secolo, ovvero John Cage. In questo caso, anche se l’imparentamento con la gestualità è strettissimo, tale rapporto lo dobbiamo intendere più come intimità con l’esplorazione del mondo delle tastiere. Il carattere para-improvvisativo in pezzi come Metapièce o A deux mains lascia questi oggetti in bilico tra una dissonante sonata contemporanea e una sperimentale toccata settecentesca. Si tratta di musica libera – anche se si è quasi completamente persa la coscienza della parola libertà in musica -, eppur essa è obbligata nei suoi riferimenti a mondi culturali omogenei in sé e determinati, come quello del tango argentino o della serialità della scuola di Vienna.

Tale ricchezza di referenti la scopriamo in brani come Rrrrrrr (sic!) che si compone di 41 brani scritti originariamente per organo e qui trasposti per fisarmonica, oltre che ridotti a una scelta di quattro. In essi vengono stilizzati stili e forme come quella del fandango spagnolo o del ragtime afro-americano. Così come in MM 51, scritto con l’espressionismo della musica da film, che stilizza certi stereotipi delle colonne sonore dei film thriller. Kagel (Buenos Aires, classe 1931) trapiantato a Colonia da diversi anni, è stato insegnate ai corsi estivi di Darmstadt e ha percorso una strada autonoma, svincolata da mode, marketing e circuiti promozionali. Forse per questo la sua musica è ancora tutta da scoprire.

da: “Amadeus”, n.113, 1998. © Paragon / Michele Coralli

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