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Il free jazz è stata una delle esperienze musicali cruciali per tutto il Novecento e oltre. A partire dall’inizio degli anni ’60 un’intera generazione di musicisti afroamericani imprime uno slancio innovativo che ha attraversato non solo il mondo del jazz, ma anche l’intera società occidentale: prima negli Stati Uniti, poi in Europa e in Africa. Ed è proprio all’Africa che quel mondo guarda, con la speranza di imprimere un profondo rinnovamento culturale e democratico. Lo sguardo si allarga al punto da stimolare una koinè in tutti quei musicisti creativi e indicare loro una strada per sviluppare nuovi linguaggi e al tempo stesso riappropriarsi delle proprie radici. Questo Autobahn è dedicato a Roberto Masotti. (Michele Coralli)
[Radio Onda D’Urto, venerdì 29 aprile 2022]
Playlist
- Linda e Sonny Sharrock: “Black Woman” (1969)
- Ornette Coleman: “Lonely Woman” (1959)
- Max Roach and Oscar Brown Jr.: “Driva’ Man” (1960)
- Art Ensemble of Chicago & Fontella Bass: “Theme de YoYo” (1971)
- Sun Ra & Arkestra: “Space is the Place / We Travel The Spaceways / Second Stop is Jupiter” (1984)
- Steve Lacy & Saxophone Special Plus: “Staples” (1974)
- Peter Brötzmann & Die Like a Dog: “Aoyana Crows” (2002)
- Irene Schweizer: “Sisterhood of Spit” (1991)
- Italian Instabile Orchestra: “La Mesa drive” (1996)
- Ganelin, Chekasin, Tarasov Trio: impro (1976)
- Brotherhood of Breathe: “Sonia” (1975)
8. «alfabetagamma FREE!»
[Radio Onda D’Urto, 29/04/2022]
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