Conrad Bauer, Peter Kowald, Günther Sommer: “Between Heaven and Earth”

Günther Sommer
Michele Coralli
Conrad Bauer, Peter Kowald, Günther Sommer: “Between Heaven and Earth” (CD, Intakt 079, 2003)

Un disco dall’amaro titolo “Between Heaven and Earth”, che contiene alcune tra le ultime registrazioni di Peter Kowald, suona come un malinconico omaggio a una delle personalità più aggreganti della scena “impro” europea, non più tra noi dal settembre 2002. Come dice Sommer nelle note del CD, la personale visione di Kowald del “villaggio globale” consisteva nella conservazione di amicizie in ogni parte del globo. Amici con cui Kowald suonava, creava reti di collaborazioni, stimolava ogni tipo di aggregazione attraverso il coinvolgimento diretto di ognuno nella musica suonata (e improvvisata), nell’elaborazione della percezione del suono e nella messa in discussione del ruolo dell’artista che esegue ex-cathedra.

Esempio significativo è stato, tanto per dirne una, l’avvicinamento delle persone del quartiere a Wuppertal, dove Kowald viveva, per la creazione di un progetto di comunità artistica partecipativa: un vero esempio di catarsi e purificazione da parte di chi suona, ma si vuole liberare dalle pressanti logiche di mercato. Eppure come Kowald continuano a esserci musicisti che studiano per innovare i linguaggi, creano circuiti collaborativi e girano il mondo per pochi soldi (forse quanto basta per vivere o forse meno); questi sono quelli che, in fondo, ammiriamo di più. Con essi allora anche il trio qui in questione, che coinvolge anche Conrad Bauer al trombone e Günther Sommer alla batteria, già con Kowald e Leo Smith nei primi anni ’90.

Una musica totale che guarda a molte esperienze passate di certo jazz d’avanguardia, qui contraddistinto da improvvisazioni più coincise, in cui l’alto livello delle registrazioni (lo studio è quello della radio svizzera) esalta l’esuberanza e la ricchezza creativa dei tre. Le basse frequenze degli strumenti non a caso scelti per una tavolozza dalle tinte scure (ma mai fosche) determinano un’impressionate carica di vibranti pulsazioni che coinvolgono durante l’ascolto non solamente le nostre orecchie, ma l’interno fisico. Consigliata una buona apertura di volume, coinquilini permettendo, sempre che non siate stati vicini di casa di Peter Kowald.

2003 © altremusiche.it

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*