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Il sassofono, figura bistrattata nella scelta degli organici da parte di molti compositori ottocenteschi e primo-novecenteschi, a parte rare eccezioni come Britten o Ravel, rientra dalla finestra della musica contemporanea attraverso l’affermazione assoluta che ha avuto per anni nell’ambito de jazz. Giovanni Nardi prova a dare un saggio di diverse sensibilità contemporanee, che si mettono a confronto con le principali famiglie del sax. Da David Liebman (Ode for Leo), brano in cui il soprano dialoga con il violoncello, a Karlheinz Stockhausen (In Freundshaft per soprano solo) e Edison Denisov (Sonata per sax contralto e violoncello) il quadro è sufficiente per farsi un’idea sulle ricerche timbriche sviluppate su questi strumenti da parte dei tre autori. Più spontaneo e improvvisativo il primo brano, volto alla genesi concettuale basata su forma ciclica il secondo, orientato alla struttura formale tradizionale ma ricontestualizzata, nonché al virtuosismo, il terzo. Che i vari sassofoni siano strumenti versatili, energici, ma anche sinistramente melodici, lo si può cogliere anche dall’ascolto dei due brani di Nardi, Joint I e Joint II, rispettivamente per tenore e baritono (così il repertorio completa tutti i principali registri). Queste due composizioni originali traggono materiali e polarità armoniche dai brani precedenti, in modo da costruire un vero e proprio percorso di ascolto in coerente continuità. Outline offre un itinerario non facile, ma oltremodo stimolante per i cultori di strade inconsuete e trasversali.
da: “Amadeus”, n.150, 2002. © Paragon / Michele Coralli
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