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È la sperimentazione che rimane legata al tessuto rock, alla sua potenza, ai suoi timbri, a certi tuoi suoi attegiamenti sonori, ma non alle sue forme ormai claustrofobicamente chiuse in se stesse. La musica dei Doctor Nerve, per chi non la conoscesse, si colloca in un0area artistica che gode di un’ampia libertà nella scelta di referenze, parodie e citazioni secondo un’impostazione che ormai diventa scuola di vita per tutti: la polistilistica come mezzo con cui mettersi in contatto con ogni stile e ogni tradizione musicale. Naturalmente è la tecnica, molto elevata in questi musicisti, che consente loro di poter aprirsi a esperienze diverse. Ciò che distingue questo gruppo è l’atteggiamento musicale nevrotico (e il Nerve del nome si potrebbe riferire proprio a questo) che sfiora il paradosso in certe sue strutture poliritmiche assolutamente al limite delle possibilità tecniche. Il progetto Doctor Nerve, guidato dal chitarrista e compositore Nick Didkovsky, segue una rigida impostazione di lavoro: la partitura prevede tutto nei minimi particolari, anche i momenti di improvvisazione, che non mancano certo, specialmente negli assoli (ottimo il sassofonista Yves Duboin, ma un elogio particolare va in tutta la sezione fiati, davvero compatta).
La musica, non facile, risulta da un rimpasto di elementi di diversa provenienza e dà l’idea della creazione di un disordine organizzato, avvicinandosi in ambito sonoro a quello che sono i frattali in ambito figurativo. Ottima la registrazione dal vivo (l’intero disco è una raccolta di brani eseguiti durante i concerti di New York, Mainz e Tilburg), che rende il risultato davvero diretto e spontaneo. Completano l’album un bellissimo brano rock di Captain Beefheart, When Blows Its Stacks, suonato assieme al Meridian Art Ensemble e due pezzi interpretati dal gruppo giapponese di Isso Yukihiro.
1997 © altremusiche.it
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