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Se Anatrofobia sembra aver virato a favore di un diafano mondo di suoni che si legano ad esplorazione timbrica mutuata da elettronica, altri due ex componenti come il fagottista Alessio Pisani e il chitarrista Roberto Sassi rimangono fedeli, per così dire, ad un certo art rock le cui radici si perdono in certi rivoli post-Canterbury. L’EAQuartett guarda a quel mondo e con profitto, visto che gli esiti non sembrano affatto di maniera. Un quartetto dunque che, oltre ai già citati, annovera altri due brillanti musicisti come Mirio Cosottini (tromba, flicorno soprano ed elettronica) e il batterista Andrea Melani. Si è parlato di rock – e l’approccio non può discostarsi da certe condotte quando tengono banco certi riff con una chitarra molto carica – ma meglio considerare l’ambito solo in quanto punto di incontro e di fusione di generi. Ne fanno fede brani come l’iniziale Homo sapiens, la cui tessitura riamane sempre sospesa al filo di una figurazione ritmica, attorno a cui si raggrumano interventi di varia natura. E ancor più nel successivo Avvio, pezzo che contraddice il significato del proprio nome, in quanto nulla parte per davvero, se non un pesante intervento di batteria che si interrompe dopo poche battute. Altrove, invece, la struttura prende piede attorno ad una frase quasi cantabile, una specie di refrain che torna qua e là in modo variato, in certi casi evidenziata da un unisono collettivo, in altri frastagliata attorno a strutture meno compatte (Tempo X). In conclusione l’EAQuartett, ensemble che fa riferimento al Gruppo di Ricerca e Improvvisazione Musicale, si iscrive a pieno titolo tra le esperienze meno banali del panorama eterodosso italiano, accanto ad alcuni (pochi) altri nomi, di cui capita spesso di parlare anche altrove.
2007 © altremusiche.it
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