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Dilatazione: ma non fino a certe rarefazioni che espandono corpuscoli di suono nell’aria fino a farne atomi sulle cui origini sbandate ci si interroga, bensì fino a un livello di espansione del tempo e delle dinamiche che segue immaginarie indicazioni di supposte partiture che dicono “con assoluta indifferenza” o “senza curarsi del tempo che ci invecchia”. Ferran Fages trasferisce su chitarra elettrica molte di quelle indifferenze esistenziali che anche compositori ben più complessi come Morton Feldman filtravano nelle pagine delle loro infinite composizioni.
Impostato un metronomo mentale e annullata ogni possibile risorsa agonica, rimane il suono articolato/disarticolato di una chitarra che si interroga sul suo percorso con apatia. Suono minimo, disarmanti armonie ripetitive e ripetute, estenuanti unisoni, elementarità disorientate. Forse per tutti questi motivi messi insieme anche questo suono riesce a farsi ascoltare nel suo desolante ritaglio quotidiano.
2005 © altremusiche.it
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