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Diciamo prima di tutto che Andrej Tarkovskij è stato uno dei più grandi registi del secolo trascorso e che i suoi film dovrebbero l’esempio di come il cinema potrebbe essere, ma non è. Detto questo, l’operazione del pianista francese François Couturier, coadiuvato da un piccolo ensemble da camera, che noi abbiamo etichettato come “musica da film” non ha niente a che vedere con le bande sonore di alcuna pellicola del regista russo. Si tratta evidentemente di un omaggio al “cinéaste préféré”, l’autore di film come “Adreï Roublev”, che per Couturier è stato una vera e propria rivelazione. Eppure se c’è una cosa bella dei film di Tarkovsky è proprio il suo attento centellinare ogni suono, rumore, dialogo, fin ogni parola, che non esce mai a caso. Insomma il sonoro di film come “Stalker” o “Solaris” stanno all’esatto opposto di quella che viene definita “grammatica televisiva” in un rarefatto insieme di pause e silenzi. La “lettura” di questi film da parte del pianista non manca di eccedere su certe consuetudini nostalgiche (da rigoroso modo minore), piuttosto che trovare una rinnovata chiave di lettura, magari anche meno compiaciuta.
2006 © altremusiche.it
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