Gérard Grisey: “Les Espaces Acoustiques”

Michele Coralli
Gérard Grisey: “Les Espaces Acoustiques” (Kairos, 0012422KAI, 2005)

La musica spettrale ha come sua caratteristica strutturale quella di contenere “materiale interamente derivato dalle proprietà acustiche del suono” (cfr. von der Weid, “La musica del XX secolo”, Ricordi/LIM). Rispetto al serialismo, che “adotta una metodologia compositiva regionale e polinucleare, la musica spettrale adotta il punto di vista della globalità e della continuità operativa” (ibidem). Itinéraire è stato il gruppo di compositori e teorici della musica, costituito in Francia nel 1973, noto forse ai più come gruppo degli spettrali e formato, tra gli altri, da autori come Grisey, Murail, Artaud e Dufourt. Dice Grisey: “Noi siamo musicisti e il nostro modello è il suono, non la letteratura; il suono, non le matematiche; il suono, non il teatro, le arti plastiche, la teoria dei quanti, la geologia, l’astrologia o le agopuntura.” E ancora: “Innanzitutto, prendiamo suo serio il suono. Se non impariamo a giocare con lui, lui si prenderà gioco di noi.”

Les Espaces Acoustiques possono essere letti come un lungo e imponente gioco sul suono che inizia nel 1974 per concludersi nel 1985. Si tratta di sei ampi lavori strumentali, ognuno dei quali estende lo spazio acustico del precedente in una direzionalità che tende progressivamente all’espansione, ma anche all’attenuazione, in un espansivo gioco di chiaroscuri dal fascino quasi pastorale.
Periodicità e spettro armonico costituiscono la base formale, l’elemento unitario di queste sei composizioni che, nelle intenzioni di Grisey, non devono più riferirsi al mondo dell’udibile in quanto oggetti sonori formati da note, ma come forme disegnate dall’espansione di suoni armonici, quasi rappresentabili nella ciclicità di un respiro. Prologue estende la ciclicità di un delicato tratto disegnato dalla china per una viola che conduce progressivamente allo schizzo imbrattato, quasi violento per poi cedere il passo a Périodes, per 7 musicisti che imposta lo schema espansione/contrazione che diventa la chiave di volta di tutti i brani successivi. Partiels (per 18 strumenti), in cui si sperimenta la vicinanza armonica con il rumore; Modulations che ampia l’organico fino a 33 musicisti e Transitoires per grande orchestra, infine Epilogue, per 4 corni soli e grande orchestra. Un puro divenire sonoro che solletica un’idea di ascolto intenso e ricco di qualcosa molto simile al benessere.

2005 © altremusiche.it

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*