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Gianni Coscia ha iniziato al jazz niente po’ po’ di meno che il concittadino Umberto Eco, che ha seguito in fisarmonicista fin dalle sue prime esibizioni in giro per Alessandria. Il professore lo spiega nelle note di copertina, che descrivono l’incontro tra Coscia e il bergamasco Trovesi. I due avevano già dato vita ad una fruttuosa collaborazione nel 1995 con “Radici”, che ha avuto esiti inaspettati. E proprio una ricerca delle radici, o meglio un viaggio a ritroso nel passato prossimo musicale italiano (ma non solo), viene intrapresa con questo “In cerca di cibo”. Si potrebbe chiamare jazz (etichetta sempre valida in caso di forti commistioni), ma Eco ci viene incontro con la sua proverbiale eloquenza: “siamo di fronte a una nuova trasversalità dove cadono le distinzione di genere, con un’attenzione veramente nuova al folklore italiano”. E ancora: un lavoro “che rende popolare la musica colta e colta la musica popolare.” Così il compositore milanese Fiorenzo Carpi (noto per le sue collaborazioni con il Piccolo Teatro) diventa autore di standard (suoi i vari frammenti tratti dalla colonna sonora del film “Le Avventure di Pinocchio” di Comencini), allo stesso modo il Louis Bachalov de “Il postino” e, naturalmente John Lewis di Django. Accanto alla musica d’autore anche brani da repertori popolari come il tango El Choclo e la Celebre mazurka alterata (la migliavacca, acclamato brano virtuosistico, noto non solo ai frequentatori delle balere di liscio, che qui viene riscritto con stridori armonici da spavento).
da: “Amadeus”, n.132, 2000 © Paragon / Michele Coralli
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