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Ogni improvvisazione in questo progetto rappresenta una diversa carta delle ventidue dell’Arcana Maggiore. Per avere un vernacolo da una singola carta occorre porre un quesito, mettere sul proprio lettore la funzione random e aspettare quel che la sorte ci ha riservato. Noi abbiamo preferito un meno superstizioso ascolto in senso diacronico, per non sfidare il caso in merito a un’innocua recensione. I tarocchi di Gianni Gebbia ispirano ventidue improvvisazioni per sax alto e sopranino in Mi bemolle, che nella loro epigrammaticità e varietà di colori trovano le loro qualità migliori. Un’idea accattivante per proporre in modo meno serioso un set di composizioni estemporanee, che mettono in evidenza il ricco bagaglio tecnico del musicista siciliano: grande ventaglio di suoni, padronanza e controllo dello strumento, idee compositive e cantabilità. I modelli presi a prestito non sono soltanto i tanti radicali europei. All’ascolto delle ventidue tracce possono venire in mente alcune diverse tradizioni mediterranee e tutti quei vari repertori strumentali per launeddas, zourna e gaida, ance popolari di Sardegna, Turchia e Balcani. Ma i referenti possono essere molti di più. L’ascoltatore può interrogare l’oracolo.
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