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Le antologie tematiche o geografiche (come in questo caso) consentono all’ascoltatore curioso di accostarsi a repertori che molto spesso sfuggono al grande pubblico. Dagli archivi Melodiya, ad esempio, la BMG ha cavato opere interessantissime di compositori provenienti da ogni parte del vastissimo territorio della ex Unione Sovietica e le ha inserite nella pretestuosa collana “Musica Non Grata”. In questo caso i meriti della “scoperta” vanno però alla Dresdner Sinfoniker, organico che potrebbe risultare un modello utile nella scelta dei repertori da parte di certe asfittiche programmazioni nostrane. In questo doppio cd quattro autori, la cui musica – con l’unica eccezione di Kancheli – non sarà facile ascoltare in altra sede. Il già citato autore georgiano è qui presente con …à la Duduki, Benjamin Yusupov (tagiko ma residente in Israele) con Nola (1994), bellissimo concerto per vari flauti (popolari e non) e orchestra, ricco di elementi polistilistici cari a Schnittke, Fikret Amirow con Gülistan Bayaty Shraz (1968), mugam sinfonico mutuato dalla prassi modale azera (in analogia con il maqam arabo), che ha forti analogie espressive con Kancheli, e, infine, Awet Terteryan con la Terza Sinfonia, fin sconvolgente nell’uso drammatico della percussività enfatizzata da alcuni strumenti etnici come zurna e duduk. Un inno alla dialettica della giustapposizione, tra pieni e vuoti, tonalità e indeterminazione.
da: “Amadeus”, n.147, 2002 © Paragon / Michele Coralli
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