Helmut Lachenmann: “NUN – Notturno (Musik für Julia)”

Michele Coralli
Helmut Lachenmann: “NUN – Notturno (Musik für Julia)” (Kairos, 0012142KAI, 2001)

Due lavori, questi di Helmut Lachenmann, già allievo di Nono e Stockhausen, improntati alla ricerca materica e alla rivendicazione del suo ruolo di compositore libero dall’assillo del business (privilegio che in verità spetta a sempre meno persone). Dalle sue parole si coglie bene l’intento programmatico di lavori come NUN (commissionata dalla radio statale di Colonia) e Notturno (Misuk für Julia), rispettivamente datate 1997-99 e 1966-68: “Il mio sogno è quello di un libero arrangiamento, il sogno di un comporre ininterrotto.” Come i suoi maestri, Lachenmann vagheggia la liberazione dei materiali musicali dal peso della tradizione: il risultato tende alla radicalità di un linguaggio che cede a pochi compromessi. Il trattamento orchestrale, che il compositore adotta, azzera ogni aspettativa di tipo timbrico per spezzare l’orchestra in piccole cellule che creano nuovi impasti timbrici e armonici. NUN, scritto per flauto, trombone, orchestra e voci maschili, è una composizione complessa, densa di chiaroscuri indotti da una scrittura dalla marcata fascinazione puntillistica. Notturno, per piccola orchestra e violoncello solo, è uno dei lavori storici di Lachenmann con il quale il compositore tedesco afferma la propria adesione a un’estetica del suono fatta di nuances, silenzi e di una totale riconsiderazione dei confini affettivi tra ciò che si intende come suono e ciò che viene percepito come rumore, a partire dalla gamma offerta da una piccola orchestra sinfonica. Un lavoro che volge delicatamente al mondo dell’inudibile.

da: “Amadeus”, n.152, 2002 . © Paragon / Michele Coralli

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