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Lavoro organico, almeno nelle intenzioni, questo “Ice Cream Time” di Nick Didkovsky, band leader dei Doctor Nerve. Dieci composizioni (se non si considerano due siparietti di poco conto) che costituiscono una suite votata al consueto intrico e all’irregolarità ritmica, vero e proprio tratto stilistico nella musica di Didkovsky. Se però nel suo manifestarsi in chiave enfaticamente rock (ovvero nella isterica e rumoristica salsa Doctor) il linguaggio era coerentemente fissato su un solido e innovativo architrave che metteva insieme i ritmi più irregolari possibili con condotte care al più enfatico hard-rock, qui si insegue un contegno che sembra quasi estraneo, quello più contemporary o se si preferisce, più accademico.Ovviamente nel senso di ciò che anche negli Stati Uniti può essere da oggi considerato accademico, ovvero quell’approccio che si sedimenta su anni di post-modernismo minimalistico, oggi “tradizione” che definire accademica non crediamo possa destare scandalo.
Le fanfare scritte da Didkovsky possono essere iscritte a quello stile votato al patchwork post-modernista che nella sua veste da camera non crea grandi fremiti. In un’ottica di giustapposizione si autoevidenziano momenti di totale rallentamento forse più stimolante, come negli intriganti landscape prodotti dal processing di Thomas Dimuzio, dilatazioni sospese in mezzo ai nervi tesi di un dottore molto invecchiato.
2007 © altremusiche.it
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