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Commissionata per il Teatro di Stato del Saarland e composta per sole voci e nastro magnetico, Der Tod und das Mädchen si avvale dei testi di un prestigioso premio Nobel: l’austriaca Elfriede Jelinek. Sarà probabilmente questa nobile vicinanza a determinare una forma quanto mai orientata alla parola, nella quale i suoni sembrano svolgere un ruolo di mero contorno. Eppure l’opera di Olga Neuwirth si configura come “musica per balletto”, sebbene invece contrasti e dinamiche, per quanto orientate ad un’estetica che pesca a piene mani da rumore e suoni industriali, siano completamente schiacciate dai continui recitativi. Le belle voci di Anne Bennent e Hanna Schygulla, nonché quella processata di Gottfried Hüngsberg, fanno di I una composizione che sarebbe più naturale far appartenere alla poesia moderna, piuttosto che alla dimensione coreutica, di cui oltretutto mancano assolutamente elementi di riscontro, vista la natura del supporto (che limita ogni approccio multimediale).
In veloce conclusione non sembra questa la composizione da cui iniziare un ipotetico viaggio di scoperta della geniale compositrice austriaca, sebbene un po’ qua, un po’ là, la lezione dell’avanguardia elettronica del recente passato sia ben impressa nelle dita della compositrice all’atto di muovere i comandi dei suoi processori.
2008 © altremusiche.it
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