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Pierre Boulez: “Eclat – Sur Incises” (DVD 9DS15, Juxtapositions – Ideale Audience, 2006)Musica da ascoltare oppure musica da vedere (e ascoltare)? Con il ritardo che viene giustificato solamente dall’alto grado di qualità, oltre che dalla consueta volontà riflessiva di un ambito molto schivo rispetto alla spettacolarizzazione del proprio sapere, anche la musica contemporanea sembra volere dare un’immagine di sé, dei propri volti, dei luoghi e delle chiacchiere che i suoi protagonisti sono lieti di fare attorno alla propria musica. Organizzare una collana come quella di Juxtapositions (www.ideale-audience.com) attorno a una serie di compositori contemporanei (e novecenteschi) sembra un modo per suggerire un approccio non molto consueto a un pubblico che subisce in questi contesti offerte troppo polverose e accademiche.
Vedere come nasce l’esecuzione di un’opera come Eclat di Pierre Boulez, a partire dalle prime occhiate alla partitura del direttore d’orchestra Ed Spanjaard (alla guida del Netherland’s Nieuw Ensemble), dai colloqui con l’autore e dagli affiancamenti di alcuni interpreti, per poi ascoltare l’esecuzione finale, può essere un modo per iniziare ad amare alcune tra le pagine più complesse che la musica occidentale abbia fin qui prodotto. Eclat (scheggia, frammento, ma anche scintillio) consiste in uno studio sulle risonanze, scritto per quindici strumenti nel 1965 rispettando un perfetto equilibrio tra forma aperta e ordine seriale. Definito “un concerto per direttore”, questa composizione consente al direttore d’orchestra un controllo quasi strumentale, capace di plasmare il suono dell’ensemble quasi in tempo reale. La possibilità di vedere come questo avvenga, ma soprattutto come questo venga costruito a partire dalla pagina scritta ci è offerta direttamente dalle immagini catturate durante la lavorazione che in casi come questi si dimostrano più efficaci, non solamente di ogni saggio musicologico, ma anche del mero supporto audio casalingo. Le raffinate sequenze dell’omonimo film del regista Frank Scheffer, costruito attorno all’opera del più grande serialista francese, ci dischiudono un mondo che richiede attenzione, studio e coraggio di fronte a tanta complessità.
Il secondo film contenuto nel DVD, Sur Incises, consiste nella lezione-concerto che Boulez tiene attorno all’architettura nascosta dell’omonimo brano del 1996, scritto per un ensemble di nove strumenti (3 pianoforti, 3 arpe, 3 percussioni) – in questo caso quelli dell’Ensemble Intercontemporain – e anche in questa occasione la formazione che giunge attraverso le suggestive illustrazioni del compositore ci offre una serie di immagini (questa volta figurate) utili non solo alla comprensione della musica del francese, ma anche alla sua più empirica fruizione.
Nessun approccio allora come quello di un buon film può darci la chiave di accesso più rapida a una musica in cui, se privi di punti cospicui, si rischia di perdersi. E le cose valgono anche per autori come Berio, Glass, Stravinskij, Pärt, Carter o Aperghis, che completano il roster della collana. Vedere in faccia alcuni compositori contemporanei (o comunque recenti) può essere utile per avere uno spaccato denso di significato, che supera oltre ogni limite quegli stucchevoli backstage di molti DVD di matrice popular. Visto poi che Mamma Rai ci nega da oltre trent’anni qualsiasi tipo di approfondimento sul tema (occorre risalire a “C’è musica e musica” condotto da Luciano Berio negli anni ’70 per trovare una trasmissione degna di una reale rappresentazione della musica di oggi e di ieri), ben vengano allora materiali assortiti di musica contemporanea con forti matrici mediatiche. Se non serviranno ad allargare gli orizzonti culturali di molti ascoltatori mono-utenza, potrebbero comunque tornare utili per uno stoccaggio culturale nella prossima spedizione in giro per l’universo.
2006 © altremusiche.it
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