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Un lavoro sporco e oleoso come la più putrida sostanza che governa il mondo e che, di tanto in tanto, si riversa in mare provocando piccoli olocausti marini, presto dimenticati, che rendono sempre più sterili coste e fondali. “Marée Noire” del compositore francese Samuel Sighicelli, musicista che può vantare una formazione con Gérard Grisey e una residenza a Villa Medici, si diffonde in modo cupo e inesorabile attraverso un affastellamento di suoni concreti (aeroporti, mare e macchinari industriali) che si muovono dalle lontananze prospettiche delle infinite superfici di acqua. L’uso eterodosso di strumenti a tastiera come l’Hammond, ancora poco sfruttato nell’ambito della musica elettroacustica, gli fa compiere un percorso completamente inaspettato, sebbene anche quei timbri poi vengano compressi in un’unica, torbida marea elettronica galleggiante. L’opera sarebbe concepita su base multimediale: peccato che in questa versione si perdano le immagini di archivio di oltre 60 anni di riversamenti di idrocarburi nei nostri oceani.
2007 © altremusiche.it
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