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Un ventaglio di composizioni cameristiche registrate durante la visita di Bussotti (e del Mdi Ensemble) in Giappone nel 2008. La formula è di quelle a cui ci era già capitato di assistere a Milano e Prato: un ventaglio di composizioni per organici differenti, giustapposti per natura timbrica e ordinati ripescando qua e là dal ricco catalogo bussottiano. Si va da opere ormai lontanissime come il curioso esercizio giovanile di El Carbonero del 1957, ai successivi brani aleatori di Sette fogli (1959), ad una serie di frammenti, usati come intermezzo e testimoni di attività teatrali sul balletto (ad esso legati anche attraverso caratteristiche formali di tipo gestuale). L’omaggio al Rinascimento, a cui il fiorentino è sempre stato legato, si materializza attraverso le trame madrigalistiche di Cinque frammenti all’Italia, con i testi tratti, fra gli altri, da Foscolo e Campana. Di grande intensità coloristica il Gran Duo (1977/78) per pianoforte e violoncello che rende quasi programmatici i propri richiami beethoveniani cuciti addosso a una pagina dedicata, non a caso, a Franco Rossi del Quartetto Italiano.
Centrale nell’economia del disco Autotono per ensemble, altra composizione del ’77 nata dall’intimo rapporto con le figure e le illustrazioni dello zio Antonio Zancanaro, uno di quei rari privilegi in cui sinestesie artistiche e rapporti famigliari possono dar vita a progetti che trascendono il dato puramente musicale per assumerne uno più totalizzante di sintesi artistica perfetta. Da grande autore novecentesco Bussotti è presente con discrezione all’interno di opere in cui l’autore sceglie, ma non impone, lasciando che la sua musica si liberi in un gesto che sa quasi sembrare spontaneo. E si chiude con un divertissement di Puccini, alla cui leggerezza Bussotti deve moltissimo, mettendo così il corretto dessert a un menu che, come la cucina mediterranea, potrebbe renderci conosciuti e apprezzati in ogni angolo del mondo, molto più delle miserie nostrane che di affliggono.
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