The Trio: “The Trio Plays Ware “

David S. Ware assieme a Brötzmann e Kowald. Foto: E. Dieter Fränzel
Michele Coralli
The Trio: “The Trio Plays Ware ” (Splasch, CDH862.2, 2004)

David S. Ware è un sassofonista e compositore, nonché leader di un quartetto di cui fanno parte Matthew Shipp, William Parker e Guillermo E. Brown, qui però impegnati in trio, mancando appunto il consueto leader del gruppo. Eppure proprio su Ware è imperniato questo lavoro, che si configura come un omaggio non postumo ad un musicista e al suo repertorio su cui si sono confrontati per lungo tempo i tre musicisti in questione, tutti inscritti nel nuovo firmamento dell’avant-jazz newyorkese post-Ground Zero.

E un piglio assolutamente originale lo si deve riconoscere al lavoro che si giova di un intenso tessuto ritagliato con perizia dal contrabbasso di Parker (grave e pulsante, lirico senza misticismo, rude e reale), dal pianoforte di Shipp (non languido e nemmeno estetizzante, quasi tayloriano) e dai tamburi e dai piatti di Brown che evoca il migliore DeJohnnette.

La musica di Ware del resto fa il suo: temi quasi classicheggianti, progressioni armoniche di stampo quasi popular (si potrebbe quasi dire cantautorale), spazio per soli nel più perfetto canovaccio jazzistico, ma senza la rigidità del più ovvio mainstream, lirismo neomodale, indifferente alla retorica dell’atmosfera entro cui anche i ben più nobili (e strapagati) trii spesso ricadono, infine qualche raro richiamo al migliore free. Un cocktail che può senz’altro eletto come quanto di meglio si stia proponendo in una musica che dopo anni di violente contaminazioni fatica ancora a trovare la sua strada in questo nuovo millennio.
Il contributo che questo trio dà alla musica afroamericana sa comunque si forte e sapida personalizzazione, ricercata reinvenzione. Per cercare un bandolo della matassa tra Thelonious Monk e Brad Mehldau.

2004 © altremusiche.it

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