Timet / Mariposa: “Metamorfosi di canzoni napoletane”

Michele Coralli
Timet / Mariposa: “Metamorfosi di canzoni napoletane” (I Dischi Forma / Trovarobato, 09, 2005)

Doppio e triplo passaggio per la produzione di queste “elettroidee sulla zoomorfosi sonora” che, in questo caso, metamorfizza il sacro (per alcuni) repertorio della canzone napoletana. Timet, secondo quanto già messo in luce in una nostra intervista a Lorenzo Brusci su questo sito, ci ha da tempo abituato alle trasformazioni attraverso cui voci e suoni subiscono profondi processi di manipolazione che ne mutano completamente la natura. L’idea della metacomposizione, ovvero del rimescolamento dei materiali a partire da segmenti già pre-montati, viene ripresa anche in queste metamorfosi. Cambia però l’idea di direzionalità dell’oggetto che dona materia alla metacomposizone. Dove infatti altrove avvenivano dei campionamenti di insiemi presi qua e là entro la quasi centenaria storia dell’oggetto artistico nell’epoca della sua riproducibilità, qui avviene una trasfigurazione forse ancora più radicale, ma comunque legata in maniera omogenea ad un unico segmento sonoro, che è, a sua volta, re-invenzione di un repertorio: quello napoletano appunto.

Sono il gruppo Mariposa a interpretare una manciata di classici per un progetto che non ha ancora visto la luce. Ancor prima della pubblicazione dell’antefatto ne viene infatti stampata la sua manipolazione digitale: “Il materiale si è trasferito in una dimensione elettronica che trascende l’idea puramente compositiva del primo germinale progetto discografico che vedeva Napoli e le sue canzoni come divertente pretesto in cui agire di fantasia”.
Ecco allora che, da Lo Guarracino a Cicerenella, da Caravan Petrol a Lo ciuccio de Cola, si vivono delle dimensioni in cui le atmosfere di partenza vengono a tal punto disturbate da creare lo stesso rapporto di vicinanza a quella idea di classicità che forse anche De Chirico ha ricercato in certi paesaggi metafisici. Anche quell’idea di pesantezza di colori e geometrie si può ravvisare nel tratto non certo lieve di Timet. Una pesantezza che si è soliti ormai pesare in byte, ma che può anche essere pensata in suoni che mutano gli equilibri nell’aria che respiriamo.

2005 © altremusiche.it

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*