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Per gli amanti del jazz orchestrale e in qualche modo “militante” un’occasione è rappresentata da quello che sta facendo Tony Rusconi con il suo collettivo, che da un paio anni sta portando in giro una musica dalle forti venature latine (forse più sudamericane che mediterranee). “Habanera” segue di poco il precedente “Sunset Boulevard” (entrambi su etichetta indipendente WM Boxes dello stesso Rusconi) e non si discosta dal suono del precedente disco, forse un po’ datato ma di una buona fattura (inevitabile referente: la gloriosa Liberation Music Orchestra).
Grande risalto quindi alle atmosfere popolari, che traggono linfa dalle marce politiche, ma anche dalla musica leggera e in qualche modo dalla musica da ballo sudamericana. Qualche scivolata di troppo nel hard-bop e troppo disinteresse per qualche vezzo timbrico particolare, magari elettronico, ma tant’è. Mantenere in piedi un’orchestra con tutti i problemi logistici ed economici non è cosa da poco, ma, al contrario, equivale alla lotta per la salvezza di una squadra di provincia in seria A (anche se i numeri del jazz sono più vicini all’Eccellenza). Un plauso quindi a Tony Rusconi, figura chiave del jazz sperimentale italiano, batterista, compositore e arrangiatore che può vantare nel suo curriculum collaborazioni con personaggi quali Steve Lacy, Louis Moholo, Evan Parker, Paul Rutherford o Radu Malfatti, oltre che a Guido Mazzon e Mario Schiano.
2002 © altremusiche.it
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